CATANZARO – “Esprimo le mie congratulazioni e sincera gratitudine alla Guardia di Finanza di Catanzaro per l’importante operazione, coordinata dalla Procura, che ha portato al sequestro di due società e all’applicazione di misure cautelari per reati contro lo sfruttamento di decine di lavoratori”. Così Roberto Occhiuto, presidente della Regione Calabria commenta l’inchiesta che ha messo in luce “un quadro desolante in cui le vittime sarebbero state private dei più elementari diritti, percependo stipendi da fame a fronte di turni massacranti. La nostra è una Regione che vuole sempre più creare lavoro e opportunità. Viviamo un momento storico nel quale stiamo mettendo in campo con grande determinazione ingenti risorse e nuove politiche di attrazione degli investimenti per consentire ai nostri territori di crescere e di svilupparsi. Ma chi, tra mille difficoltà, decidere di fare impresa deve offrire un lavoro dignitoso e retribuito in modo equo. Chi vuole arricchirsi non rispettando le regole ma sfruttando i lavoratori è nemico della Calabria”.
Anche il sottosegretario all’Interno, Wanda Ferro si è congratulata “con il Nucleo di Polizia Economico-Finanziaria della Guardia di Finanza di Catanzaro per l’inchiesta, coordinata dalla Procura, che ha consentito di porre fine ad una situazione di grave sfruttamento di decine di lavoratori che, secondo quanto emerso dall’indagine, percepivano salari da fame a fronte di turni di lavoro massacranti, e ai quali venivano negati i più basilari diritti approfittando della loro condizione di precarietà economica. L’operazione delle fiamme gialle è un segnale forte di attenzione dello Stato a tutela della dignità e della sicurezza del lavoro”.
Cgil: “Avevamo già denunciato lo sfruttamento in quei supermercati”
“Sfruttare i lavoratori per profitto personale è una delle peggiori violazioni dei diritti umani. Quando i titolari di attività decidono di ignorare contratti e normative calpestano la Costituzione e la dignità di chi lavora per vivere. L’operazione della Guardia di Finanza, che ha portato al sequestro di supermercati appartenenti ad un noto brand nazionale come Conad con l’accusa di associazione per delinquere finalizzata allo sfruttamento del lavoro, alle estorsioni e ai reati di falsità ideologica commessa dal privato in atto pubblico, conferma quanto da tempo denunciamo: in Calabria, tra l’indifferenza di una parte della classe imprenditoriale, si moltiplicano episodi di sfruttamento”. A dirlo Giuseppe Valentino e Gianfranco Trotta rispettivamente segretario Filcams Cgil Calabria e segretario Cgil Calabria.
“Ringraziamo la Guardia di Finanza per il lavoro prezioso che, ancora una volta, ha smascherato situazioni di estremo sfruttamento e disumanità. Questa vicenda conferma una gestione che, già più volte, ha visto Conad in Calabria al centro di gravi violazioni di etica e legalità, passando dalla mancata applicazione dei contratti collettivi allo sfruttamento nelle cooperative di distribuzione, fino agli episodi odierni”.
“La Filcams CGIL Calabria continuerà a vigilare e ha già presentato numerose denunce agli organi ispettivi. Invitiamo quindi i lavoratori e le lavoratrici a farsi assistere in questa delicatissima situazione e siamo pronti a richiedere un incontro con i commissari straordinari che verranno nominati perché sarà anche compito loro ristabilire condizioni di legalità e garantire ai dipendenti il rispetto dei propri diritti. Auspichiamo che le associazioni datoriali siano responsabili nel rapporto con i loro associati, specie quando si verificano situazioni del genere. Crediamo che i grandi marchi abbiano il dovere di monitorare chi rappresenta la loro immagine a livello locale, e di assumersi la responsabilità sociale ed etica verso i lavoratori. Il loro patrimonio economico e sociale deve essere a messo a disposizione per sanare le gravi violazioni ai danni di chi ha lavorato”.
Per queste ragioni, Filcams CGIL Calabria, insieme alla CGIL, ha dato mandato ai propri legali di valutare la costituzione di parte civile a tutela degli iscritti e della libertà sindacale, che in aziende simili è spesso osteggiata.