Provincia
Allerta arancione: chi ha chiuso le scuole e chi no. Decisioni diverse anche tra comuni vicini, ecco perché
COSENZA – Con l’emanazione dell’allerta meteo arancione (livello di rischio 3 su 4) da parte della Protezione civile per la giornata di oggi, diversi comuni in Calabria ieri hanno deciso di chiudere in via preventiva le scuole (anche in provincia di Cosenza), mentre altri comuni, invece, le hanno tenute regolarmente aperte con le lezioni che in queste ore si svolgono regolarmente. Differenti decisioni anche tra comuni confinanti, che hanno generato non poca confusione nelle famiglie anche perché non è la prima volta che accade. C’è chi ha plaudito alla decisione dei sindaci «la sicurezza prima di tutto», chi invece non era d’accordo «troppe ore perse dai ragazzi che spesso non vengono recuperate».
Il sistema di allertamento nazionale e i livelli di criticità
Partiamo dal presupposto che il sistema di allertamento nazionale, con l’emanazione da parte della Protezione civile regionale dei livelli di criticità, viene svolta dai centri funzionali (una nazionale e gli altri dislocati nelle varie regioni e province) ed è regolamentata da una precisa direttiva della Presidenza del Consiglio. I centri valutano le condizioni meteo, la situazione attesa e i possibili effetti che si possono determinare come specificato nella direttiva “sull’integrità della vita, dei beni, degli insediamenti e dell’ambiente”. Tale valutazione porta alla comunicazione di prefigurati scenari di rischio alle Autorità competenti per le allerte e per la gestione delle emergenze in attuazione dei Piani di emergenza.
L’allerta arancione e i rischi per i cittadini
L’allerta arancione, indipendentemente se oggi in molte zone della Calabria splende il sole, rappresentata un possibile scenario di rischio atteso e corrisponde ad un livello di criticità moderata e appena solo quella rossa (elevata). All’adozione dei codici‐colore va ovviamente affiancata la definizione dello scenario di evento (fenomeno), degli effetti e danni attesi. Tale corrispondenza è riportata nella “Tabella delle allerte” e delle “criticità meteo‐ idrogeologiche ed idrauliche” dove sono individuati gli scenari corrispondenti a ciascun livello di criticità.
Quello arancione comporta una serie di pericoli per la sicurezza delle persone con effetti diffusi a causa del maltempo: danni ad edifici, centri abitati e attività produttive, frane e allagamenti, danni ad argini e ponti, voragini, erosione delle sponde, colate di detriti, inondazione delle aree golenali, innalzamenti dei livelli idrometrici dei corsi d’acqua e così via. Con l’allerta arancione molti Comuni possono predisporre anche il COC, la struttura operativa del comune in cui si organizzano – sia nel tempo ordinario che sotto emergenza – le attività di protezione civile. Il Centro Operativo Comunale è responsabile delle attività locali e comunali, gestisce le emergenze e il massimo punto di riferimento è il sindaco.
Allerta arancione: chi decide la chiusura delle scuole?
Veniamo alla domanda che tutti si fanno. Chi decide di chiudere le scuole e perché in alcuni comuni sono rimaste aperte? In caso di allerta rossa le scuole vengono chiuse automaticamente perché siamo davanti al massimo livello di allerta. In caso di livello arancione, come quello emanato ieri dalla ProCiv Calabrese, la decisione spetta autonomamente al Sindaco o al commissario Prefettizio di un Comune che, con apposita ordinanza, può decidere di predispone la chiusura delle scuole ma anche quella di parchi, strade, cimiteri, impianti sportivi e altri luoghi pubblici per motivi di sicurezza (come ha fatto ad esempio il sindaco di Crotone Voce).
Nonostante sia una decisione discrezionale, un sindaco conosce a menadito il suo territorio e le sue criticità e può dunque decidere di ordinare la chiusura delle scuole in caso di pericoli dovuti alla situazione metereologica così come tenerle aperte. Quello che è successo, ad esempio, sul Tirreno Cosentino: scuole rimaste chiuse ad Amantea, San Lucido Paola, Guardia Piemonte, Cetraro e più su fino a Diamante, Praia a Mare, Belvedere e così via mentre sono invece regolarmente aperte a Belmonte, Longobardi Acquappesa e Fuscaldo per fare un esempio. Si tratta di un’assunzione di responsabilità.
Il primo cittadino di Acquappesa Tripicchio ha spiegato ieri ad un cittadino, che gli chiedeva come mai in un comune vicino le scuole erano state chiuse che «ogni Comune ha le sue peculiarità e criticità. Sulla base di quanto appurato e accertato, anche con la protezione civile, nel nostro Comune al momento non sussistono i presupposti per la chiusura delle scuole. Del resto le previsioni, a cura dell’ aeronautica militare meteo, portano netto miglioramento già dalle primissime ore di domani (oggi n.d.r). Ribadiamo, quindi, che domani le scuole del nostro Comune saranno regolarmente aperte».
Stessa decisione presa dal Comune di Trebisacce «non è al momento prevista la chiusura delle scuole. La situazione è costantemente monitorata e, in caso di eventuali aggiornamenti o decisioni successive, ne sarà data tempestiva comunicazione attraverso i canali ufficiali». Bene hanno fatto molti sindaci a rimanere in contatto con la Protezione civile e chiedere aggiornamenti costanti. Altri sono ancora più diretti come Flavio Stati, sindaco di Corigliano Rossano che ieri ha aperto il COC ma ha ha subito comunicato che le scuole si chiudono solo in caso di allerta rossa e che comunque la situazione meteo sarebbe stata costantemente monitorata e, se necessario, si sarebbe intervenuti con eventuali chiusure.




Social