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Umile da Bisignano: un Santo senza santi in paradiso
Dodici anni addietro, (19 maggio 2002), come oggi, un papa Santo, Giovanni Paolo II, santificava un umile fraticello bisignanese, al secolo Lucantonio Pirozzo, dell’Ordine dei Frati Minori Francescani di Calabria.
Un umile fraticello, semplice nei gesti e nelle azioni che salirà agli onori degli altari: sarà il secondo santo di Calabria dopo San Francesco di Paola. Entrato in convento, prende il nome di Frate Umile. Una devozione che non si è mai spenta: fra Umile nasce a Bisignano il 26 agosto 1582 e muore nella sua cella al convento della riforma il 26 novembre 1637 all’età di 55 anni. La storia della sua santificazione è molto travagliata: I processi canonici sono iniziati solo nel 1684. La sua santità è stata riconosciuta prima da Pio VI il 4 ottobre 1780 e poi da Leone XIII il 29 gennaio 1882 che lo ha beatificato. Infine è stato Giovanni Paolo II a dichiararlo Santo della chiesa di Dio. Purtroppo, dagli inizi del 2010, al Santo tocca anche rimanere fuori di casa. Infatti, a seguito di insistenti piogge, nel febbraio di quell’anno, frana una parte del costone dove sorge il convento di Bisignano. La struttura viene chiusa per motivi di sicurezza. Da allora ad oggi alterne vicissitudini impediscono che la casa del Santo venga riaperta. Il Santuario, infatti, resta chiuso mentre qualche tempo addietro è stato riaperto il convento che ha permesso il reingresso dei frati a Bisignano. La santificazione del “poverello” poteva essere un momento “glorioso” per la città ma, del Santo oggi restano solo polemiche ed accuse: da una parte la politica, dall’altra il clero e, forse anche il poco “affetto” che i bisignanesi mostrano al loro concittadino, hanno impedito lo sviluppo del turismo religioso. Purtroppo, resta vero il detto che “nessuno è profeta in patria” e, l’Umile fraticello bisignanese continua a non avere “santi” in paradiso.



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