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Roseto Capo Spulico, una perla in bilico sulla ss 106 (FOTO)
ROSETO CAPO SPULICO (CS) – Il castello federiciano saluta chi arriva e chi parte dalla Calabria. Da oltre mille anni.
Sorto sulle ceneri di un antico tempio dedicato alla Venere che nasce dal mare, fu ricostruito da Federico II in una posizione strategica per dominare il Golfo di Taranto e segnare la suddivisione del territorio del Regno delle Due Sicilie. Da qui transitò la sacra sindone, il lenzuolo che avvolte il Cristo, proprio nel periodo svevo. Ora è un ristorante. Una sala ricevimenti di proprietà privata dove, per gentile concessione dei titolari, negli orari di apertura dell’esercizio è possibile, pagando tre euro, fare una passeggiata. Se si mangia, invece, la visita al castello è gratis. Un’attrazione turistica a cui fanno da cornice splendide spiagge, seminate da suggestivi scogli. E’ lo stesso castello federiciano a far ombra ai villeggianti più pigri che si avvicendano sul bagnoasciuga di Roseto, regalando loro uno spettacolo mozzafiato. Una perla che si affaccia sulla statale della morte.
Anche in questo tratto, la statale 106 non si smentisce. Il bivio è infatti fatto da un pericoloso incrocio in cui, per par condicio, chi entra non vede chi sta uscendo e viceversa. Chi, proveniendo da Taranto, intende svoltare verso il lungomare rischia di essere travolto da chi, proveniendo dal lungomare intende immettersi sulla ss 106 in direzione Taranto. Una roulette russa dove, anche a causa delle perenni frane a ridosso dello stesso svincolo, negli ultimi cinque anni hanno perso la vita almeno tre persone. Il manto stradale cede sistematicamente, con la piaggia crolla, crea un gradino, abbassandosi ogni anno di circa 30 centimetri. L’Anas, annualmente, riempie i 30 centimetri di bitume in attesa del crollo successivo. Le auto intanto continuano a sbandare e i villeggianti sono costretti a scommettere sulla propria vita ogni volta che si accingono ad uscire dal bivio della marina di Roseto. Diversi gli appelli della comunità locale ad Anas, per richiedere la messa in sicurezza del tratto di strada, ma oltre ai ‘riempitivi’ nessuna risposta. Bellezze di Calabria e nefandezze di Stato.
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