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Operazione ‘Vulcano’, due persone in manette a Gioia Tauro
GIOIA TAURO (RC) – Operazione questa mattina dei carabinieri del comando provinciale di Reggio Calabria per l’esecuzione di due provvedimenti cautelari.
Gli investigatori avrebbero individuato nei due indagati, gli autori del ferimento a colpi d’arma da fuoco di due giovani avvenuto sul lungo mare di Gioia Tauro lo scorso 28 giugno. I destinatari dei provvedimenti sono accusati di lesioni aggravate mediante l’utilizzo di arma da fuoco e favoreggiamento personale. I provvedimento sono stati emessi dal GIP del Tribunale di Palmi, il dott. Giulio De Gregorio, su richiesta della Procura della Repubblica di Palmi, diretta dal Procuratore f.f. dott. Emanuele Crescenti. I due arrestati sono Domenico Reitano, di 20 anni, studente, accusato di essere il responsabile del ferimento di Francesco Carrozza, di 18 anni, avvenuto la sera del 28 giugno scorso sul lungomare di Gioia Tauro. Alla base del ferimento, secondo quanto è stato riferito nel corso di una conferenza stampa tenuta dal Procuratore della Repubblica facente funzioni di Palmi, Emanuele Crescenti, insieme al comandante della Compagnia di Gioia Tauro dei carabinieri, capitano Francesco Cinnirella, ci sarebbero stati motivi passionali. Nell’ambito dell’attivitĂ investigativa che ha portato all’arresto di Reitano, i carabinieri hanno trovato nell’abitazione del giovane alcune dosi di marijuana. In un terreno di proprietĂ dello zio di Domenico Reitano, Antonio Reitano, di 60 anni, sono stati trovati, inoltre, una pistola a tamburo 357 magnum e numerose munizioni. Antonio Reitano, per questo, è stato arrestato con l’accusa di detenzione abusiva di armi e munizioni. Il procuratore Crescenti e il capitano Cinnerella hanno riferito, nel corso della conferenza stampa, che la vittima del ferimento è stata denunciata per favoreggiamento. E questo perchè Carrozza non ha voluto collaborare con i carabinieri per fare luce su quanto era accaduto. All’identificazione di Domenico Reitano quale responsabile del ferimento si è giunti grazie alle immagini registrate dall’impianto di videosorveglianza di Gioia Tauro e ad alcune intercettazioni ambientali effettuate nella stanza dell’ospedale in cui Carrozza era stato ricoverato.



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