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Il calciatore Iaquinta indagato nell’inchiesta Aemilia per detenzione armi

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Il calciatore Iaquinta indagato nell’inchiesta Aemilia per detenzione armi

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BOLOGNA – Nuovi risvolti nell’inchiesta sulle infiltrazioni della clan Grande Aracri nel Nord Italia.

A quanto si apprende, è stata perquisita l’abitazione di Quattro Castella in provincia di Reggio Emilia, dell’ex calciatore. Vincenzo Iaquinta, 35 anni, ha giocato nell’Udinese e nella Juventus nonchè nella nazionale azzurra in veste di attaccante. Il padre, Giuseppe Iaquinta, è tra i 117 arrestati dell’operazione Aemilia. Suo figlio, ad oggi, risulta indagato per due pistole trovate ieri in un’altra perquisizione, in una cassaforte a casa del padre Giuseppe. Le armi sarebbero regolarmente detenute dall’ex calciatore, ma il padre, in seguito ad un divieto, non poteva averle in casa, motivo per cui il figlio risponde, in concorso con lui, di detenzione abusiva di armi e munizioni, oltre che di non aver denunciato lo spostamento delle pistole.

 

La perquisizione a casa di Giuseppe Iaquinta è stata delegata dalla Dda di Bologna e le due pistole, una calibro 38 e una calibro 7,65, sono state trovate in un sottoscala nel seminterrato. Le due armi dovevano essere detenute a Quattro Castella, dove l’ex calciatore risiede. Il divieto di porto d’armi per il padre fu deciso dalla prefettura di Reggio Emilia, dopo la cena del 21 marzo 2012, in un ristorante della città alla quale parteciparono oltre al politico Giuseppe Pagliani di Forza Italia (anche lui tra gli arrestati) anche altre persone ritenute vicine alla ‘ndrangheta e secondo gli investigatori in quell’occasione fu siglato un patto tra il politico e le cosche. In seguito al ritrovamento delle pistole, oggi sono scattate ulteriori perquisizioni a casa di Iaquinta e di due fratelli.

 

In più l’ex calciatore avrebbe partecipato ad una cena il 5 luglio del 2011 al ristorante di Reggio Emilia di Pasquale Brescia, uno degli indagati nell’inchiesta. Alla cena parteciparono altre persone indagate, oltre al padre del campione della nazionale, Giuseppe Iaquinta, arrestato la scorsa settimana. Secondo il Gip in quell’incontro “sono state trattati argomenti di rilievo per lo sviluppo economico della cellula“. Inoltre Giuseppe Iaquinta, ha continuato il Gip in un altro passaggio, “interviene anche a numerose riunioni, anche conviviali, con altri sodali e con appartenenti alle Forze di Polizia, spesso avvicinati col pretesto di omaggiarli di alcuni gadget riferibili al figlio Vincenzo, già nazionale di serie A, all’epoca dei fatti tesserato con una nota squadra di calcio piemontese”, ovvero la Juventus.

 

Inoltre è emerso che uno dei destinatari delle 117 misure di custodia cautelare della Dda di Bologna contro la ‘Ndrangheta, l’imprenditore Palmo Vertinelli, risulta essere latitante. L’uomo è accusato di associazione a delinquere di tipo mafioso ed è ritenuto uno dei prestanome delle cosche nel Reggiano. Nel garage della sua abitazione sono state trovate auto di lusso. Vertinelli, 54 anni, nato a Cutro, viene definito dall’ordinanza del giudice Alberto Ziroldi, che si rifà a dichiarazioni di pentiti, “la forza economica” di Nicolino Grande Aracri in Emilia. L’imprenditore, proprio in ragione della vicinanza alla cosca, “era in grado di aggiudicarsi appalti nel settore dell’edilizia” e, di conseguenza, corrispondeva a Grande Aracri una parte dei suoi proventi, aiutandolo a sostenere le spese degli avvocati.

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