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Boom di tumori nel cosentino, ma le strutture ospedaliere per curare i pazienti sono carenti

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Boom di tumori nel cosentino, ma le strutture ospedaliere per curare i pazienti sono carenti

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COSENZA – Il nuovo commissario dell’Asp di Cosenza, nonché primario del reparto di Oncologia dell’Ospedale di Paola e presidente Lilt Cosenza (Lega Italiana Lotta Tumori) fa il punto della situazione cosentina sul fronte oncologico.

“Il problema nella nostra provincia è davvero serio, – afferma Filippelli – perchè registriamo un aumento dell’incidenza di molte patologie quali il tumore alla mammella, il tumore del polmone e il tumore del colon. Soprattutto per quest’ultimo abbiamo dei tassi preoccupanti che si allineano alle regioni iperindustrializzate del Nord Italia. Noi prima eravamo un”isola felice’ dal punto di vista dell’epidemiologia dei tumori oggi purtroppo non è più così. Anzi. Stanno aumentando moltissime forme di cancro come quello allo stomaco in alcune determinate aree della nostra provincia e ciò è sicuramente correlato agli alimenti ingeriti. Dobbiamo approfondire questi aspetti, è essenziale. Non si finisce mai di lavorare sulla prevenzione oncologica anche se nonostante ciò continiuamo a constatare un aumento globale dell’incidenza tumorale. A fronte di ciò abbiamo enormi carenze dal punto di vista assistenziale.

 

I reparti di Oncologia e di Radioterapia sono appena sufficienti per la sopravvivenza in tutto il territorio regionale, Cosenza non è un caso isolato. La chirurgia oncologica specifica è estremamente scarsa. Un esempio per tutti può essere quello per gli interventi nei casi di tumore del polmone che è il ‘big killer’ in Calabria. Nella nostra Regione non abbiamo nessun reparto in cui si possa operare un tumore polmonare anche se risulta essere il più diffuso tra la popolazione calabrese. In più siamo in pieno piano di rientro dal deficit sanitario quindi ci sarà da rimboccarsi le maniche”. Ed è proprio a Paola dove Filippelli lavora da anni che in un’indagine condotta dal dottor Cosimo De Matteis si evidenzia un’incidenza tumorale tra i giovanissimi, e soprattutto nella fascia d’età che va dai 30 ai 34 anni, quattro volte superiore alla media nazionale. Un dato preoccupante che si è manifestato negli ultimi dieci anni nella cittadina del Tirreno cosentino posta a metà strada tra Cetraro ed Amantea dove furono ritrovati i relitti delle due presunte navi dei veleni la Chunsky e la Jolly Rosso.

 

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