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Crollo viadotto Salerno – Reggio Calabria, parla l’ingegnere: ‘Poca sicurezza, troppa corruzione’

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Crollo viadotto Salerno – Reggio Calabria, parla l’ingegnere: ‘Poca sicurezza, troppa corruzione’

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CASTROVILLARI (CS) – ‘Il presidente dell’Anas Ciucci si è dimesso. Restano i suoi uomini, chi ci garantisce che non faranno altri danni?’

E’ questo l’interrogativo che si pone Domenico Gattuso professore di Ingegneria dei Trasporti all’Università Mediterranea di Reggio Calabria. L’ingegnere già tempo fa aveva pronosticato sugli appalti ciò che avvenne in seguito: i soldi non coprivano le spese. Sul crollo del viadotto ha le idee chiare anche se intende precisare che risalire alla verità dei fatti non sarà semplice. “Normalmente – spiega Gattuso – queste infrastrutture dovrebbero essere costruite per resistere ad eventi sismici anche di alta intensità. Il viadotto, invece è crollato. Certamente doveva essere demolito. Bisogna riflettere su come sia stata studiata questa demolizione scelta da ANAS per evitarne la manutenzione dopo la sua dismissione e la costruzione del nuovo viadotto Italia.

 

La demolizione, di solito, viene progettata nel dettaglio – continua l’ingegnere –  soprattutto negli aspetti relativi alla sicurezza sia per chi vi lavora sia per chi vi viaggia sia per chi vive nei dintorni. Ci sono parametri di sicurezza che vanno stabiliti a monte. La certezza che non succeda nulla non c’è mai, ma in tutto il mondo si fanno demolizioni senza che succeda nulla. L’operaio deceduto a seguito del crollo manovrava con un veicolo su una trave del vecchio viadotto che a un certo punto ha ceduto e quindi è precipitato giù. Si tratta di una trave in cemento armato precompresso che appoggia su dei piloni. Quello che è potuto succedere è che il pilone fosse degradato nel punto di appoggio della trave a causa di usura o mancata manutenzione. La trave intera è caduta quindi l’alternativa è che fosse già di suo in cattive condizioni, ma è difficile stabilirlo.

 

La vecchia infrastruttura era stata utilizzata per i veicoli in transito da una parte e dall’altra per i lavori del cantieri. Chi sa che un’infrastruttura va demolita deve fare un progetto anche d’uso del manufatto da abbattere con rilievi che possono essere fatti bene o con poca attenzione. Se c’è un degrado una rottura del  pilone a diagnosticarlo sono delle apposite apparecchiature che rilevano le lesioni. Ciò comporta dei costi che, secondo me, vanno sostenuti. Visto che si investe tanto per far lievitare i preventivi delle opere devolvere qualcosa in più per garantire la sicurezza di vi viaggia o vi lavora non sarebbe una cattiva idea. La scelta di far passare l’autostrada da Cosenza attraversando l’Appennino ha comportato delle opere d’arte notevoli, gallerie e viadotti, indispensabili e per attraversare le montagne e costosissime soprattutto nel caso delle gallerie.

 

Per questo motivo in molti casi si sceglie di costruire dei viadotti da una montagna all’altra. In questo caso i fondi per demolire il viadotto e farne uno nuovo sono stati stanziati. Ora serve una strada in attesa che venga costruito il nuovo tratto di Salerno – Reggio Calabria. Il percorso alternativo è estremamente tortuoso e pericoloso per gli automobilisti e andrebbe messo in sicurezza oppure si dovrebbe pensare a realizzare un’infrastruttura temporanea in attesa dell’apertura del nuovo viadotto Italia. Qualcosa va fatta dato che il viadotto potrebbe restare chiuso almeno per i prossimi due anni.  Un chilometro di autostrada costa sui 30-40 milioni ed in Calabria di più fino ad arrivare a 60 milioni in presenza di viadotti e gallerie e le risorse sono sempre poche. 

 

Che i prezzi siano congrui o meno quella è solo una questione di corruzione. E’ l’approccio ad essere sbagliato. Si appaltano megalotti milionari ad un’unica grande società che accentra tutto e subappalta delegando i lavori ad altre numerose imprese rendendo difficilissimo controllare i cantieri. Ciò comporta che la grande impresa non abbia più responsabilità e che le piccole non lavorino al meglio. Purtoppo questi fenomeni in Calabria fanno sì che si realizzino poche opere, in ritardo, e che quelle che si facciano vengano costruite male. Così rischiamo di ritrovarci totalmente isolati.  Bisogna intanto coprire l’emergenza perchè la gente continua a morire in strada. Ciucci si è dimesso, ma non basta. E’ il sistema di potere che non va bene. I soldi sono nostri e vanno spesi per i migliori tecnici disponibili visto che si gioca con la nostra incolumità. C’è però chi punta di più alla carriera che al bene comune”.

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