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Ludopatia, cresce la dipendenza dal gioco d’azzardo anche tra i minori. Codacons diffida Virginia Raggi
Circa un italiano su sette rischia la dipendenza dal gioco d’azzardo, cresce la preoccupazione per il gioco minorile. La Codacons diffida Virgina Raggi, lei risponde con una delibera
ROMA – Il gioco è bello quando dura poco, e quando costa poco soprattutto. Non è questo il caso del gambling, almeno per la maggior parte degli italiani. Il volume di gioco nazionale ha toccato gli 88 miliardi di euro nel 2016, portando allo Stato un incasso da quasi 10 miliardi, di cui 4,4 solo dalle slot. Cifre troppo alte per essere ignorate e pensare che la ludopatia sia estranea ai guadagni erariali.
Un’indagine del CNR pubblicata su Giochidislots.com disegna scenari preoccupanti per l’Italia. Un abitante su sette infatti sarebbe a rischio dipendenza, con una percentuale del 14,6%, significativa anche perché è basata sul campione totale di italiani, non solo su quelli che legalmente possono giocare. Una limitazione soltanto parziale, visto che la ludopatia si sta diffondendo tra i ragazzi di età compresa tra i 14 e i 17 anni. Aprire un conto gioco con i dati di un amico maggiorenne o farsi giocare da lui le classiche “schedine” sta diventando un’abitudine fin troppo diffusa. Tanto che più di 14 milioni di italiani hanno effettuato una scommessa almeno una volta nella loro vita. Per lo più si tratta del Superenalotto, ma la diffusione dell’azzardo su internet ha aperto nuove frontiere per le generazioni più giovani.
Nel primo semestre del 2016 le giocate nei casinò game (al netto delle vincite) sono arrivate a 208,9 milioni di euro, 55 in più rispetto allo stesso periodo del 2015. Tra i vari settori la new entry è rappresentata dalle scommesse virtuali, che in dieci mesi ha raccolto 864 milioni di euro. Certo non ancora in corsa con i leader del settore, con le scommesse sportive che hanno raccolto 817,8 milioni di euro nel solo mese di ottobre, 410,4 con l’online. Sorridono anche i casinò online, aiutati da una crescita del 27%. Tutti dati a sostegno delle tesi no slot, desiderose di combattere la ludopatia e dare una mano ai soggetti a rischio. Soprattutto quando si tratta dei giovani, che spesso si isolano dal mondo esterno e dalla loro vita per racchiudersi nel mondo delle scommesse. Una soluzione a prima vista efficace per sperare di garantirsi il futuro, quando in realtà è la firma alla propria condanna.
Negli ultimi giorni il Codacons ha promesso l’invio di una diffida a carica del sindaco di Roma Virginia Raggi, sottolineando la situazione disastrosa nella capitale. Di fatto il Lazio è una delle regioni più legate al gambling, e l’Urbe presenta da sola il 12% delle slot distribuite sul territorio nazionale. Inutile negare quanto la densità degli apparecchi sia la causa dell’aumento dei casi di ludopatia a Roma. La Raggi ha risposto prontamente presentando il testo ufficiale sul regolamento del gioco approvato in una delibera comunale. Soltanto il primo passo nell’iter verso la sua effettiva attuazione, ma un gesto importante per dare il via ai lavori. Tra le varie idee, spicca la diminuzione del numero di slot machine e il loro allontanamento dal centro storico, aiutando cittadini e turisti. Con l’inasprimento delle pene ai danni dei gestori fuori regola e la limitazione degli orari d’apertura il comune vuole dare un forte segnale a chi guadagna da questo business. L’idea è combattere la ludopatia allontando il gioco dal giocatore, che così non è indotto in tentazione.



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