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Elezioni 2018, i candidati meno limpidi del centrodestra tra imputati e ‘ambigui’
Lista delle più evidenti ed eclatanti candidature borderline
COSENZA – Un elenco, sicuramente non esaustivo, per far luce sulle ambiguità di alcuni candidati in lizza per le prossime elezioni politiche del 2018.
FORZA ITALIA: Mimmo Tallini consigliere regionale in carica, candidato alla Camera nel collegio uninominale di Catanzaro, risulta imputato per abuso d’ufficio nei processi Catanzaropoli e Multopoli. Due inchieste in cui è stata ipotizzata l’esistenza di appalti affidati a consiglieri comunali, multe stralciate per gli amici dei politici, truffe ed estorsioni. In Catanzaropoli è stato finanche contestato l’utilizzo della polizia municipale per ‘scortare’ le auto di simpatizzanti di Forza Italia partite per una manifestazione a Roma. Il consigliere Tallini inoltre nel processo Multopoli è accusato di abuso d’ufficio per essere intervenuto, insieme ad un altro consigliere e ad un ufficiale della Polizia municipale, per evitare alcune verbalizzazioni ad un commerciante.
NOI CON L’ITALIA – Luigi Fedele, ex assessore ai Trasporti della Regione Calabria, candidato alla Camera nel collegio proporzionale Calabria sud nel 2015 fu arrestato e risulta oggi imputato nel processo Rimborsopoli con l’accusa di peculato e falso. Nel processo Rimborsopoli 2 invece alla sbarra appare suo figlio, Diego Fedele. A nulla, per ora, sono valse le giustificazioni dell’aspirante onorevole che ha tentato di dimostrare la legittimità dei rimborsi chiesti ed ottenuti in quanto avvenuti prima dell’entrata in vigore della legge che prevede la specifica rendicontazione delle spese dei gruppi. Nelle elezioni del 2006 fu eletto deputato alla Camera con il partito Forza Italia.
FORZA ITALIA – LEGA – FRATELLI D’ITALIA – NOI CON L’ITALIA: Francesco Cannizzaro, consigliere regionale in carica, candidato alla Camera nel collegio uninominale di Gioia Tauro. Immortalato più volte in compagnia di esponenti delle cosche di Limbadi, nonché del senatore Caridi (rinviato a giudizio per presunta collusione con il clan Mancuso) e intercettato in conversazioni telefoniche che avvenivano quotidianamente con il boss della piana di Gioia Tauro Jimmy Giovinazzo. Recentemente è stato assolto dall’accusa di corruzione elettorale ed associazione mafiosa nel processo Ecosistema. Il suo stretto collaboratore, dipendente della sua segreteria è stato invece arrestato. Se riuscirà ad entrare in parlamento a sostituirlo sarà l’ex sindaco di Gioia Tauro rimosso dopo lo scioglimento del Comune per infiltrazioni mafiose del clan Piromalli: Giuseppe Pedà.
LEGA – Domenico Furgiuele, candidato alla Camera come capolista sia nel collegio plurinominale Calabria Nord sia nel collegio plurinominale Calabria Sud. Il suo nome appare nella relazione sullo scioglimento del Comune di Lamezia Terme per infiltrazioni mafiose in cui si ricordavano le accuse per reati contro la persona ipotizzati nel 2007 e il divieto di accesso ai luoghi dovi si svolgono manifestazioni sportive emesso a suo carico. Suo suocero è Salvatore Mazzei il noto imprenditore finito in manette a cui nei giorni scorsi sono stati confiscati beni per un totale di 200 milioni di euro. Sua moglie invece è indagata insieme alla sorella per violazione delle misure di prevenzione patrimoniale in quanto secondo gli investigatori “hanno contribuito ad occultare, al fine di evitare sequestro e confisca, i beni del proprio genitore”.
FORZA ITALIA – LEGA – FRATELLI D’ITALIA – NOI CON L’ITALIA: Marco Siclari, ex consigliere comunale a Roma ai tempi dell’operazione Roma Capitale, candidato al Senato nel collegio uninominale Gioia Tauro – Reggio Calabria. Due delle aziende di famiglia, in cui risultava presente nell’assetto societario, hanno avuto un contenzioso con l’Eurolink, un’ati che si era l’appalto da 3 miliardi e 880 milioni di euro per la costruzione del Ponte sullo Stretto, per l’esproprio di alcuni terreni. Suo padre fu assolto dalle accuse rivoltegli in un’inchiesta sulla criminalità reggina degli anni Ottanta, suo fratello è l’ex sindaco di Villa San Giovanni sospeso dalla carica di primo cittadino dopo la condanna ad un anno e mezzo di reclusione per abuso d’ufficio.
FORZA ITALIA – LEGA – FRATELLI D’ITALIA – NOI CON L’ITALIA: Andrea Gentile, candidato alla Camera nel collegio uninominale di Castrovillari. Figlio dell’onorevole cosentino Antonio Gentile fu indagato nell’inchiesta sulle consulenze d’oro all’Asp di Cosenza, la sua posizione dopo pochi mesi venne archiviata. La pubblicazione della notizia che rendeva noto l’avvio delle indagini aveva coinciso con la mancata uscita in edicola del quotidiano L’Ora della Calabria per cui si sta celebrando il processo presso il Tribunale di Cosenza a carico dello stampatore Umberto De Rose.
FORZA ITALIA – LEGA – FRATELLI D’ITALIA – NOI CON L’ITALIA: Piero Aiello, senatore in carica, candidato al Senato nel collegio di Catanzaro. A Novembre è stato assolto in Cassazione dall’accusa di corruzione elettorale. L’accusa a suo carico, nel processo Perseo, era di aver intrattenuto rapporti con il boss lametino Giuseppe Giampà e con un altro uomo ai vertici dei clan del circondario Saverio Cappello. I due, diventati collaboratori di giustizia, avrebbero affermato di aver incontrato Aiello il quale avrebbe garantito ”favori in cambio di voti”. A loro infatti, secondo l’accusa, avrebbe chiesto appoggio elettorale in vista delle regionali del 2010 quando si candidò a sostegno di Giuseppe Scopelliti.
LEGA – Matteo Salvini, deputato al Parlamento Europeo, candidato al Senato nel collegio plurinominale. La vicenda della truffa da 48 milioni di euro sui rimborsi elettorali orchestrata da Umberto Bossi e dall’ex tesoriere Francesco Belsito sembrerebbe abbia solamente sfiorato l’attuale leader della Lega. I documenti reperiti da L’Espresso però dimostrerebbero che “esiste un filo diretto tra la truffa firmata dal fondatore e i suoi successori”. Secondo quanto riportato in un’inchiesta pubblicata sulla nota rivista nazionale “tra la fine del 2011 e il 2014, infatti, prima Maroni e poi Salvini hanno incassato e usato i rimborsi elettorali frutto del reato commesso dal loro predecessore. E lo hanno fatto quando ormai era chiaro a tutti che quei denari rischiavano di essere sequestrati”. I due sembrerebbe infatti abbiano incassato (Maroni 12,9 milioni di euro e 820mila euro Salvini) i rimborsi per le elezioni svoltesi tra il 2008 e il 2010, quando a capo del partito c’era Bossi e a gestire la cassa Belsito, quindi il denaro frutto della truffa ordita ai danni dello Stato.
Di seguito si propone la lettura della vicenda legata ad un candidato di Casapound, movimento di estrema destra che si trova al di fuori della coalizione del centrodestra.
CASAPOUND – Massimo Cristiano, candidato alla Camera nel collegio uninominale di Catanzaro. La sua storia personale è simile a quella di Domenico Furgiuele candidato con la Lega. I due hanno sposato infatti due sorelle. Suo suocero è Salvatore Mazzei il noto imprenditore definito dal procuratore Gratteri “imprenditore di riferimento delle cosche mafiose dominanti nei territori calabresi interessati dall’esecuzione di costose opere pubbliche” a cui sono stati confiscati beni per un totale di 200 milioni di euro. Sua moglie invece è indagata insieme alla sorella per violazione delle misure di prevenzione patrimoniale. Due le società a cui sono stati apposti i sigilli che risultavano intestate alla donna. Anche Cristiano, come Furgiuele, appare nella relazione prefettizia stilata in occasione del commissariamento del Comune di Lamezia Terme in cui era stato eletto come consigliere. Nel suo caso i riflettori furono puntati sulle denunce a suo carico per reati contro la persona e porto abusivo d’armi.
In foto un’immagine dell’operazione Catanzaropoli



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