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Addio ad Ala, figlia del Marinetti fondatore del Futurismo: l’unica avanguardia a cui aderì la Calabria

Italia

Addio ad Ala, figlia del Marinetti fondatore del Futurismo: l’unica avanguardia a cui aderì la Calabria

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Ala-Marinetti

ROMA – Il Ministro della Cultura, Gennaro Sangiuliano, ha partecipato oggi, a Roma, ai funerali di Ala Marinetti, secondogenita di Filippo Tommaso Marinetti, fondatore del Futurismo. Scomparsa all’età di 95 anni, Ala Marinetti nel corso della sua vita ha custodito e tramandato la memoria, le opere e la visione di suo padre.

Nella basilica di Santa Maria in Aracoeli, sul colle del Campidoglio, che nel 1954 l’aveva vista sposa, tra le architetture gotiche che sorgono sul tempio di Giunone Ammonitrice coperte da pitture e sculture, tra tanta arte e creatività che l’hanno accompagnata nella sua vita, sotto le sei ali di ogni serafino nei cassettoni del soffitto, l’ultimo saluto ad Ala Marinetti.

Se ne è andata 3 giorni dopo la trasmissione “F.T. Marinetti” su RAI 3 dove era apparsa in un documento della Rai, nella seconda puntata di “Inimitabili” in onda la sera della domenica di Pasqua seduta accanto alla mamma, l’artista Benedetta Cappa. Ala appare di grande fascinosa bellezza in un tailleur scozzese dalla classe senza tempo. Bionda, snella, di un’eleganza innata, raffinata intellettuale piena di vita, un’icona di stile altera ed eterea, semplicemente straordinaria così la ricorda commosso Roberto Bilotti.

Ala: il nome futurista racchiudeva gli ideali dei genitori

Ala, il volo, il suo nome futurista racchiude gli ideali dei genitori che divennero i suoi: libertà, dinamismo, velocità ed ottimismo che la facevano guardare al futuro vivendo il lato positivo delle cose. Creatività, fantasia, talento e inventiva sono stati il clima nel quale era nata e vissuta. Il suo nome è evocativo della declinazione pittorica del futurismo come espressione del mito della modernità vissuto dal movimento marinettiano. L’entusiasmo per il volo simboleggiato dall’ala è codificato nel Manifesto dell’Aeropittura futurista, pubblicato nel 1929 firmato da entrambi i genitori F.T. e Benedetta, un desiderio prepotente di vivere le forze dell’idealismo cosmico, il carattere meccanico e dinamico dell’aviazione e le forme di lirismo fantastico, naturalistico e spiritualistico ispirate al volo.

Se ne è andata sei mesi prima della grande mostra che la Galleria Nazionale d’Arte Moderna di Roma dedicherà al Futurismo, il movimento culturale, artistico, letterario e musicale italiano dell’inizio del XX secolo nonché una delle prime avanguardie europee. Ebbe influenza su movimenti affini che si svilupparono in altri paesi d’Europa negli Stati Uniti d’America e in Asia. I futuristi esplorarono ogni forma di espressione: pittura, scultura, letteratura, poesia, teatro, musica, architettura, danza, fotografia, cinema, gastronomia, animati e codificati da Filippo Tomaso Marinetti. “Il Tempo del Futurismo. 1909-2024” la mostra in programma da ottobre 2024 a febbraio 2025 si propone di rileggere i principali artisti futuristi Balla, Boccioni, Carrà, Severini, Russolo insieme agli altri esponenti e soprattutto agli animatori F.T. e Benedetta con il supporto scientifico di Ala e degli eredi Marinetti.

Ad Ala e alle sorelle Vittoria e Luce, dai nomi altrettanto futuristi, toccò il compito di portare avanti e difendere gli ideali paterni. Viveva nel centro di Roma la città che la cullò negli anni d’oro della sua famiglia nella casa di piazza Adriana riferimento di artisti, scrittori e intellettuali che costituivano uno stimolo continuo. In una intervista di Mino Di Marzio del febbraio 2009 sul Giornale.it così ricordava il padre: «Affettuosissimo e permissivo come tutti i padri non più giovani, sempre allegro e con la battuta pronta. Mio padre aveva 45 anni quando conobbe mia madre, che ne aveva 22. Dopo otto anni ebbero mia sorella Vittoria e poi me. Quando morì avevo solo 15 anni, ma ho dei ricordi bellissimi .. era un padre presente che ci ha trasmesso le regole e l’amore per la vita. Adorava il mare e tutti insieme trascorrevamo lunghi periodi a Capri. Suonava benissimo il piano e a volte mi accompagnava quando provavo dei passi di danza. Poi mi diceva delle cose che mi sono rimaste scolpite: “Sii sempre corretta con gli altri e coerente con ciò che pensi e provi”. Con mia madre «erano una cosa sola. Lei era una donna bellissima e lui ne era inutilmente geloso. Era molto libera spiritualmente, scriveva e dipingeva, ma era completamente devota a lui. Ricordo che certe notti mio padre aveva delle illuminazioni poetiche. Lei si svegliava e prendeva appunti». «I Futuristi nacquero perché c’era un mecenate, mio padre, che consumò quasi tutte le fortune di famiglia per farli esistere. Comprava gli stessi quadri quattro o cinque volte. A volte mia madre gli chiedeva: che cosa lascerai alle nostre figlie? Lui rispondeva: il mio nome».

Ala, nata in casa, accanto al dipinto di Umberto Boccioni Dinamismo di un footballer di Boccioni, un calciatore che si smaterializza in un’atmosfera luminosa e guizzante, ha avuto un nome dedicato all’amore che il padre del Futurismo nutriva per il volo e la libertà.

Il futurismo fu l’unica avanguardia a cui aderì la Calabria

Umberto Boccioni nato in Calabria dove ha ricevuto la prima formazione, da Boccioni la Regione ha tratto impulso nella “ricostruzione futurista” in tutti i campi da farne una delle regioni più futuriste. Marinetti ne è stato promotore dal 1909 organizzava a Reggio le “serate futuriste”, la IV su chimica, letteratura e scienza . Nel 1910 a Catanzaro “prova in teatro”, le tavole parolibere. Nel 1926 a Reggio la IV Biennale calabrese Arte e industria incentrata sul Futurismo. Per Amelia Boccioni la presenza di un bronzo delle “Forme uniche della continuità nello spazio” nella “terra natale” significava il ritorno di suo fratello, quasi una rinascita dopo la distruzione dei 9 gessi nel 1927. Giuseppe Sprovieri nato a Montalto Uffugo (Cs) nel 1870 promuove gli artisti d’avanguardia nelle sue Gallerie di Roma e poi di Napoli dove, dopo Parigi, organizza una grande mostra futurista. Corregionale di Boccioni, aveva programmato di aprire una galleria a Cosenza e di realizzare il progetto della sorella dell’artista e Marinetti realizzando la fusione delle Forme Uniche quale testimonianza anche nella regione insieme a Carlo Bilotti ma morì nel 1988, e Carlo portò avanti il progetto, proseguito dal fratello Enzo e ultimato dal nipote Roberto con la direzione scientifica di Maurizio Calvesi e la ratifica notarile di Ala Marinetti.

La Calabria è stata tra i protagonisti del Futurismo con gli artisti Umberto Boccioni (RC 1882-1916), Antonio Marasco (Nicastro 1896-1906), Enzo Benedetto (RC 1905 – 1993); Armiro Yaria (RC 1901 – 1980); Michele Berardelli (Cs 1912-1995), Angelo Savelli (Pizzo Cz 1911-1995) dopo la seconda guerra mondiale aderì al futurismo seguace di Prampolini, Orazio Pigato (RC 1896-1966) suoi quadri esposti a Verona nel 1918/19, Principio Federico Altomonte (RC 1912) autore del “cartello lanciatore futurista” alla Nazionale futurista del 1933 esposto “aeroplano/sensualità; Luigi Versace (Bovalino 1927-1991)architetto si dedica pittura futurista, post futuristi Lina Passalacqua (Sant’Eufemia d’Aspromonte RC 1933) e Silvio Lo Celso (Rende 1956-2000) gli scrittori ed artisti Leonida Répaci (Palmi 1898-1985); Geppo Tedeschi (Tresilico-Oppido RC 1907-1993), le cui opere donate da Roberto Bilotti sono esposte in permanenza nel Museo del Presente a Rende. La Calabria ha dato al futurismo anche scrittori e poeti, Piero Bellanova (Sant’Agata d’Esaro Cs 1917- 1987); Luigi Gallina (Corigliano Calabro 1906-1973); Giuseppe Carrieri (San Pietro in Guarano Cs 1886 – 1968) poeta, candidato Nobel per la letteratura; Alfonso Dolce (Cropani Cz 1882); Luca Labozzetta (Mileto – Vibo 1891-1917); Giovanni Rotiroti (Cardinale Cz 1905-1983) Leonardo Russo (Catanzaro); Rodolfo Arturo Alcaro (alias Rofalcar futurista), Antonio Altomonte (n. Palmi); Domenico di Pietro, Mario Potente (Cs), Mimi Mancuso, il giornalista Luigi Scrivo (Cz) direttore di artecrazia futurista e assistente di Marinetti.

 

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