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Addio al Reddito di cittadinanza, arriva la ‘Mia’. Stretta su durata, importi e Isee

Calabria

Addio al Reddito di cittadinanza, arriva la ‘Mia’. Stretta su durata, importi e Isee

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Reddito di cittadinanza

COSENZA – La riforma, voluta dal governo Meloni, è in dirittura d’arrivo con la bozza di decreto che dovrebbe approdare in Consiglio dei Ministro la prossima settimana, per essere approvato e poi convertito in legge. Il sussidio prevede la suddivisione dei beneficiari in due platee:  famiglie con over 60, minori o disabili e quelle senza queste categorie. In Calabria secondo gli ultimi dati disponibili riferiti a settembre 2022 i nuclei percettori del reddito di cittadinanza erano 99mila (103mila nel 2021) e le persone coinvolte circa 224mila nel 2022, in lieve calo rispetto ai 240mila nel 2021. I nuclei percettori sono presenti in tutti i 404 comuni calabresi.

Da Reddito di Cittadinanza alla ‘Misura di inclusione attiva’

Il nuovo sussidio, che sostituirà il Reddito di Cittadinanza, ne riduce anche la durata e l’importo, ma dovrebbe aiutare per le famiglie più numerose mentre una stretta arriverebbe anche dai requisiti dell’ISEE per ottenere la misura che si chiamerà Mia: Misura di inclusione attiva. Non potrà essere richiesta di continuo e sarà creata una piattaforma nazionale, guidata dal ministero del Lavoro, dove gli occupabili dovranno obbligatoriamente iscriversi e dove potranno ricevere le offerte congrue di lavoro.

Non occupabili e occupabili. Come funzionerà la Mia

Il reddito di cittadinanza potrà essere chiesto fino al 31 agosto 2023 e comunque potrà essere erogato al massimo solo fino a fine anno. Lo si legge nella bozza di testo sul nuovo sussidio contro la povertà (che ha pubblicato in anteprima il Corriere della Sera) che sostituirà il reddito, è un provvedimento in 12 articoli che di fatto separa le platee i due: famiglie povere con over 60, minori o disabili senza persone occupabili e famiglie con persone occupabili. Si stima che siano circa 400mila con una fascia d’età che varia dai 18 ai 60 anni di età.

“Il Mia nasce dalla volontà di risolvere il tema delle politiche attive e di spostare quello che oggi è un sussidio sul tema della politica attiva. – ha spiegato ad Agorà il sottosegretario all’Economia, Federico Freni – Quindi, ovviamente, non è una retromarcia. Si era detto che si sarebbe cambiato il reddito di cittadinanza. Si era detto che si sarebbe immaginata una misura che avrebbe consentito a chi non può lavorare di essere sostenuto e a chi non vuole lavorare di dover lavorare per forza, se la vuole. E questo si sta facendo. Con il Mia ci sarà, entro certi limiti, con determinate possibilità, la concorrenza tra lavoro e Reddito di cittadinanza“.

Stretta sugli occupabili, su importi e durata della Mia

La riforma prevede una stretta negli importi e nella durata del sussidio. le famiglie continueranno a ricevere un sussidio il cui importo base (per un single) dovrebbe restare di 500 euro al mese, come avveniva con il Reddito. C’è invece ancora discussione sulla quota aggiuntiva nel caso in cui il beneficiario debba pagare l’affitto. Il Reddito prevede fino a 280 euro al mese. Con la Mia questa quota potrebbe essere alleggerita e modulata sulla numerosità del nucleo familiare. Ma la stretta maggiore colpirà gli occupabili. Qui l’ipotesi che ha più chance è quella che vede l’assegno base ridotto a 375 euro. Inoltre, mentre per i poveri tout court la Mia durerà, in prima battuta, fino a 18 mesi (come ora il Reddito), per gli occupabili non più di un anno.

il presidente dell’Inps, Pasquale Tridico, segnala che se “per i cosiddetti non occupabili cambia poco”, la questione centrale resta il reddito minimo. “E’ una misura prevista dall’Unione Europea, tutti coloro che stanno al di sotto di una certa soglia devono avere un reddito. L’Italia dovrà fare i conti con le direttive della Commissione Europea sul reddito minimo, consentire a coloro che pur non trovando il lavoro perdono il reddito. Mi sembra effettivamente una grande criticità”.

Non potrà essere richiesto di continuo

Il nuovo sussidio, inoltre, non si potrà più chiedere a ripetizione come avveniva con il Reddito. Nella Bozza si legge che “Per le famiglie senza occupabili, dalla seconda domanda in poi, la durata massima della Mia si ridurrà a 12 mesi”, mentre “per i nuclei con persone occupabili, invece, la Mia scadrà al massimo dopo un anno la prima volta e dopo sei mesi la seconda e una eventuale terza domanda di sussidio si potrà presentare solo dopo una pausa di un anno e mezzo”.

Modifica ai requisiti dell’ISEE

Altra stretta riguarderebbe i requisiti dell’ISEE e il tetto massimo per poter fare domanda e che dovrebbe essere tagliato. “Il tetto per aver diritto alla nuova Misura di inclusione – scrive il Corriere dalla Sera – attiva dovrebbe infatti scendere dagli attuali 9.360 euro a 7.200 euro. Un taglio di oltre 2 mila euro dell’indicatore della ricchezza familiare che rischia di far fuori una fetta significativa della platea di potenziali beneficiari, probabilmente un terzo. È invece previsto invece I’ aumento dell’importo del sussidio in base al numero dei componenti la famiglia, per migliorare l’assistenza ai nuclei numerosi e in programma anche la “correzione del requisito della residenza in Italia, che dovrebbe scendere da 10 a 5 anni, per non incorrere nelle censure della Consulta e di Bruxelles”.

 

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