Stretta sugli occupabili, su importi e durata della Mia
La riforma prevede una stretta negli importi e nella durata del sussidio. le famiglie continueranno a ricevere un sussidio il cui importo base (per un single) dovrebbe restare di 500 euro al mese, come avveniva con il Reddito. C’è invece ancora discussione sulla quota aggiuntiva nel caso in cui il beneficiario debba pagare l’affitto. Il Reddito prevede fino a 280 euro al mese. Con la Mia questa quota potrebbe essere alleggerita e modulata sulla numerosità del nucleo familiare. Ma la stretta maggiore colpirà gli occupabili. Qui l’ipotesi che ha più chance è quella che vede l’assegno base ridotto a 375 euro. Inoltre, mentre per i poveri tout court la Mia durerà, in prima battuta, fino a 18 mesi (come ora il Reddito), per gli occupabili non più di un anno.
il presidente dell’Inps, Pasquale Tridico, segnala che se “per i cosiddetti non occupabili cambia poco”, la questione centrale resta il reddito minimo. “E’ una misura prevista dall’Unione Europea, tutti coloro che stanno al di sotto di una certa soglia devono avere un reddito. L’Italia dovrà fare i conti con le direttive della Commissione Europea sul reddito minimo, consentire a coloro che pur non trovando il lavoro perdono il reddito. Mi sembra effettivamente una grande criticità”.
Non potrà essere richiesto di continuo
Il nuovo sussidio, inoltre, non si potrà più chiedere a ripetizione come avveniva con il Reddito. Nella Bozza si legge che “Per le famiglie senza occupabili, dalla seconda domanda in poi, la durata massima della Mia si ridurrà a 12 mesi”, mentre “per i nuclei con persone occupabili, invece, la Mia scadrà al massimo dopo un anno la prima volta e dopo sei mesi la seconda e una eventuale terza domanda di sussidio si potrà presentare solo dopo una pausa di un anno e mezzo”.
Modifica ai requisiti dell’ISEE
Altra stretta riguarderebbe i requisiti dell’ISEE e il tetto massimo per poter fare domanda e che dovrebbe essere tagliato. “Il tetto per aver diritto alla nuova Misura di inclusione – scrive il Corriere dalla Sera – attiva dovrebbe infatti scendere dagli attuali 9.360 euro a 7.200 euro. Un taglio di oltre 2 mila euro dell’indicatore della ricchezza familiare che rischia di far fuori una fetta significativa della platea di potenziali beneficiari, probabilmente un terzo. È invece previsto invece I’ aumento dell’importo del sussidio in base al numero dei componenti la famiglia, per migliorare l’assistenza ai nuclei numerosi e in programma anche la “correzione del requisito della residenza in Italia, che dovrebbe scendere da 10 a 5 anni, per non incorrere nelle censure della Consulta e di Bruxelles”.




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