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Ponte Stretto, nessun tetto agli stipendi dei manager: salta il limite dei 240mila euro

Italia

Ponte Stretto, nessun tetto agli stipendi dei manager: salta il limite dei 240mila euro

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ponte sullo stretto salvini (1)

ROMA – Ultimo Consiglio dei ministri prima della pausa estiva e ultima, inevitabile, coda di polemiche: mentre lunedì il governo si appresta a varare due decreti omnibus, che spaziano dalla giustizia al caro-voli fino all’8 per mille esteso al recupero delle tossicodipendenze, a scatenare l’ira delle opposizioni è il tetto agli stipendi dei manager. Che potrebbe saltare, ma solo per il cda della società Stretto di Messina Spa, che avrà il compito di costruire il Ponte. Sarà da vedere se resterà confermata lunedì, a una valutazione più attenta e collegiale dell’esecutivo, la norma che “rompe” il tetto agli stipendi, passata liscia durante il preconsiglio. Idea che, raccontano, già era balenata con il primo decreto che ha scongelato la maxi-opera, di cui però poi non se ne era fatto nulla.

E c’è chi ricorda l’incidente col governo Draghi, quando il tetto era stato sforato per i vertici pubblici, dai ministeri alle forze armate, salvo poi fare marcia indietro. Anche oggi ci sarebbe qualche perplessità e nel frattempo, al solo circolare delle bozze, è già scattato il fuoco di fila dei contrari. Una “vergogna”, uno “scandalo”, “regalie di Salvini”, una scelta che allarga le “disuguaglianze” e “soffia sul fuoco del malcontento”, vanno all’attacco +Europa, Avs, Pd, M5s e pure Azione, puntando il dito contro la deroga, che compare nella bozza del decreto “asset e investimenti”.”Noi voteremo contro”, annuncia anche Iv ricordando che “Renzi ha messo il tetto, Salvini e Meloni lo tolgono”. Il governo, affonda Elly Schlein, è “indecente” perché con una mano “affossa il salario minimo” mentre con l’altra cancella il limite di 240mila euro mostrando, sottolineano i 5 Stelle che “questa destra gli unici favori li fa ai soliti noti e a chi ha già”.

Bonelli: “cda senza tetto a stipendi è una vergogna”

“La norma prevista nel decreto Omnibus che fa saltare il tetto di retribuzione dei componenti del consiglio di amministrazione del Ponte sullo Stretto è un insulto agli italiani e di questo il governo e Giorgia Meloni in persona se ne devono vergognare”. Lo scrive in una nota Angelo Bonelli co-portavoce di Europa Verde e deputato di Avs.

“Non più tardi di un mese e mezzo fa, su mia specifica richiesta, il presidente della società Ponte sullo Stretto di Messina, Pietro Ciucci – al quale avevo chiesto a quanto corrispondesse l’indennità sua e dei consiglieri di amministrazione – mi rispondeva che il totale degli emolumenti per tutti i 5 consiglieri di amministrazione era pari a 125.000 euro, quindi 25.000 euro a persona: mi ero commosso per tanta sobrietà. Questa lobby, capeggiata dal ministro Salvini, che ha voluto trasformare il Ponte sullo Stretto di Messina in una mangiatoia di Stato, sta tentando attraverso il governo di introdurre una norma che fa saltare i tetti della retribuzione dei membri del cda.

Non avevamo dubbi – spiega Bonelli – considerato che queste persone sono abituate ad avere compensi milionari. Sta di fatto che questa norma è un insulto agli italiani e avviene proprio dopo che, con una delega fiscale, si fa un enorme regalo ai grandi evasori garantendo loro l’immunità penale, dopo che è stato eliminato il reddito di cittadinanza e dopo l’elemosina di Stato da 1,20 euro al giorno per le famiglie con 15.000 euro di Isse e con tre figli a carico. Giorgia Meloni ci risponda: ma non vi vergognate a sperperare questo denaro pubblico per garantire privilegi e voler realizzare un’opera che sottrarrà risorse importanti per lo sviluppo del Sud a partire dal trasporto pubblico, dai depuratori, le scuole, la sanità e la messa in sicurezza del territorio?”.

Ponte stretto: M5S, stipendi più alti ai manager, ecco la destra

“La volontà di Meloni e Salvini di concedere una deroga al tetto degli stipendi per i vertici della società “Stretto di Messina Spa” è scandalosa. Lo scenario è il seguente: reddito di cittadinanza no, aiuti alle famiglie contro il caro-vita no, sostegni contro il caro-mutui nemmeno, interventi per attenuare il costo della benzina neanche a parlarne. Questa destra gli unici favori li fa ai soliti noti e a chi ha già. Oltretutto questa scelta conferma che a Salvini delle infrastrutture del Sud non importa nulla. Nemmeno dell’inutile e farsesco ponte sullo Stretto. Al ministro interessa solo “l’affare” ponte, con tutte le sue spartizioni e prebende varie. Uno scempio, messo in piedi sulla pelle dei cittadini e con i loro soldi”. Così in una nota il vicecapogruppo M5s alla Camera Agostino Santillo, coordinatore del comitato Infrastrutture del Movimento.

Ponte stretto: Fossi (Pd), la destra fa i ponti ma… non i tetti

“Diceva mia nonna che il diavolo fa le pentole ma non i coperchi. Ora si dice che la destra fa i ponti ma… non i tetti. In particolare quelli agli stipendi. Dicono no al salario minimo e poi tolgono il tetto ai compensi dei manager della società per il Ponte Sullo Stretto. Vergogna”. Lo scrive su Twitter il deputato Pd Emiliano Fossi.

Magi (+Europa): una mangiatoia a spese degli italiani

“La deroga al tetto dei 240mila euro allo stipendio dei manager per la società che dovrà realizzare il Ponte sullo Stretto, contenuta nel decreto Asset, conferma che per Salvini la priorità non sono le infrastrutture o lo sviluppo della Sicilia, ma distribuire regalie ai suoi amici. È sempre la solita barzelletta italiana: opere su cui servirebbe una seria riflessione, nelle mani di questa destra si trasformano in una mangiatoia per Patrioti a spese gli italiani”. Lo dichiara Riccardo Magi segretario di +Europa.

 

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