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Presidio a Crotone della ‘Rete 26 Febbraio’ «basta morti in mare e criminalizzare le vittime»

Presidio a Crotone della ‘Rete 26 Febbraio’ «basta morti in mare e criminalizzare le vittime»

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CROTONE – Per le vittime di Cutro, per chi si è salvato, per i bambini che non ce l’hanno fatta, e per sostenere chi ha perso un figlio, un parente, un familiare e vorrebbe far tornare la sua salma in patria. Per questi motivi è nata la Rete 26 Febbraio che nel pomeriggio di oggi ha promosso, insieme alle tante associazioni di volontariato e del terzo settore arrivate anche da Cosenza, un presidio davanti alla Prefettura di Crotone.

Alla rete hanno aderito 275 realtà tra comunità, associazioni, collettivi spiega Manuelita Scigliano, presidente dell’Associazione Sabir e portavoce della Rete 26 Febbraio e del Forum Terzo Settore Crotone: “E’ nata in maniera spontanea e oggi siamo qui per chiedere risposte e politiche migratorie diverse perchè non possiamo ritrovarci tra una settimana o un mese nella stessa situazione a Lampedusa o a Reggio Calabria. Come cittadini europei non tolleriamo più questa situazione”. A Crotone sotto la pioggia, ci sono rappresentanti di diverse comunità, curda, afghana, movimenti e associazioni arrivate da tutta la Calabria. 

Le difficoltà dei superstiti e dei familiari delle vittime

Tanti morti in mare, e soprattutto bambini, l’ultimo recuperato poco fa, ha tra gli 12 e i 13 anni. “Come operatori del terzo settore, abbiamo accompagnato le mamme a riconoscere i corpi dei loro figli e non è tollerabile sentire che le morti in mare si prevengono evitando le partenze, ma garantendo vie legali e sicure d’accesso in Europa e garantendo i soccorsi. Non si possono criminalizzare le vittime“.

rete 26 febbraio crotone 02

“Queste famiglie sono qui da una settimana e chiedono risposte. I familiari delle vittime e i superstiti chiedono due cose: poter far tornare in patria le vittime e consentire il ricongiungimento con i superstiti, un fratello, un padre. Richieste legittime e per questo le procedure vanno facilitate, ma soprattutto a loro vanno date le giuste informazioni su documenti e procedure da seguire. Al momento noi, enti del terzo settore brancolano nel buio e noi siamo il loro punto di riferimento. I primi giorni abbiamo fornito a nostre spese cibo, alloggio, per qualcuno il telefono. Chiediamo un vero coordinamento e un aiuto umanitario che deve essere garantito a queste persone. Non è possibile scaricare tutto al terzo settore o ai volontari e ai cittadini. Piangiamo con loro ma c’è bisogno di linee chiare. Va spiegato loro cosa fare e rispettarli, anche dal punto di vista religioso”.

Federico del Movimento La Base – Cosenza : “E’ il momento di dire basta”

“Queste tragedie non possono più accadere e il Governo non può venire qui a fare le passerelle. Oggi dobbiamo indicare le responsabilità”.

 

Mobilitazione nazionale a Crotone sabato 11 marzo

Dall’iniziativa della neonata “Rete 26 Febbraio” – la Calabria per i diritti umani” un appello affinchè sia fatta giustizia per i familiari delle vittime e i superstiti del naufragio di Steccato di Cutro. E ancora una richiesta di politica comune europea di soccorso, accoglienza e asilo.

Al grido di “basta morti in mare” è stata annunciata dalla Rete 26 Febbraio una mobilitazione nazionale con una manifestazione in programma a Crotone il prossimo 11 marzo. Oggi intanto si stanno svolgendo presidi davanti alle prefetture di diverse città non solo calabresi, ma in tutta Italia. Una manifestazione alla quale sono invitati movimenti, cittadini, sindacati, associazioni da tutto il Paese.

Cecilia Strada dal corteo di Milano: “Il governo ha il potere di cambiare le cose”

Al presidio promosso a Milano, anche Cecilia Strada, figlia del fondatore di Emergency: “I cittadini possono dare dei segnali simbolici, come stanno facendo le persone della Calabria che portano fiori e giocattoli sulle bare dei bambini, ogni simbolo va bene. Il governo deve agire un po’ oltre i simboli, il governo ha il potere di cambiare le cose”.

Cecilia Strada commenta così la possibilità del prossimo Consiglio dei Ministri a Cutro: “il governo deve lavorare sui decreti flussi per permettere alle persone di entrare legalmente e deve impegnare ogni suo sforzo nella ricerca del soccorso in mare. Dal governo non mi aspetterei simboli, i fiori possiamo portarli tutti: il governo deve agire”. Al tempo stesso, però, “mi viene difficile pensare che questo governo possa davvero aprire i canali di accesso sicuri e legali – ha aggiunto -, visto che la campagna elettorale di questi partiti è da sempre basata sul ‘prima gli italiani, teniamo fuori gli stranieri'”.

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