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Tentata concussione, assolti dirigente comunale e gestore di un lido

Calabria

Tentata concussione, assolti dirigente comunale e gestore di un lido

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aula di tribunale

CATANZARO – Sono stati assolti dall’accusa di tentata concussione, con la formula “perché il fatto non sussiste“, nel processo svoltosi col rito abbreviato, Andrea Adelchi Ottaviano, di 59 anni, dirigente del settore Edilizia privata e Sue del Comune di Catanzaro, e Giovanni Valentino, di 67, proprietario dello stabilimento balneare “Lo Jonio ce l’hai” nel quartiere Lido.

Il gup, Giuseppe De Salvatore, ha accolto le argomentazioni difensive sostenute dai difensori dei due imputati, Francesco Iacopino e Nunzio Raimondi. Secondo l’accusa, in seguito all’incendio doloso che aveva interessato lo stabilimento, del quale è gestore Matilde Talotta coadiuvata dal marito Aniello Grampone, era sorta una controversi tra i gestori e Giovanni Valentino, il quale si sarebbe rifiutato di sostenere le spese di rimozione e bonifica dell’area interessata dalle fiamme, pretendendone l’esecuzione a spese di Matilde Talotta ma sotto la sua supervisione e con una ditta da lui scelta.

Adelchi Ottaviano, da parte sua, nonostante i gestori avessero ottenuto dall’autorità giudiziaria l’autorizzazione a provvedere alla bonifica, sempre secondo l’accusa, avrebbe contestato l’autorizzazione giudiziaria e convocato nel proprio ufficio Matilde Talotta e Valentino. A questo punto il dirigente comunale, a detta della Procura della Repubblica, avrebbe intavolato una “anomala trattativa pendente a favorire Valentino”.

“L’architetto Ottaviano – ha commentato l’avvocato Iacopino dopo la sentenza del Gup – ha sempre ispirato il proprio operato al pieno rispetto della legalità, fedele ai propri doveri professionali discendenti da norme e prassi virtuose. Dopo avere reso interrogatorio davanti al suo giudice, ha chiesto di essere giudicato sulla base degli atti di indagine raccolti dall’ufficio di Procura, sicuro della propria innocenza e forte della convinzione di avere perseguito esclusivamente l’interesse pubblico. La sentenza del giudice dell’udienza preliminare di Catanzaro conferma la totale infondatezza delle accuse e restituisce al pubblico ufficiale, sporcato da una denuncia tanto infamante quanto inventata, la limpidezza che ha sempre caratterizzato il suo agire”.

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