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Estorsioni, in manette un consigliere comunale del cosentino e la sua compagna
I due avrebbero imposto ai propri dipendenti di restituire ogni mese la metà dello stipendio.
CAMPORA SAN GIOVANNI (CS) – Giovanni De Lorenzo, capogruppo del movimento civico Uniti per Serra in consiglio comunale a Serra d’Aiello, è stato arrestato insieme alla sua compagna Antonietta Spina. La coppia è accusata di truffa ai danni dello Stato e tentata estorsione. Il consigliere comunale che con la donna risultava titolare della Speed sas, azienda fallita nel 2013, avrebbe imposto con minacce ai propri dipendenti la restituzione di parte dello stipendio. Un ‘rituale’ anomalo che pare si ripetesse sistematicamente e di cui la magistratura ha documentato almeno sei casi con altrettante presunte vittime d’estorsione. I due avrebbero escogitato, invano, questa tecnica per far sopravvivere l’azienda che si occupava di servizi postali privati, raccolta e smistamento. I lavoratori, su ‘consiglio’ della coppia, per rimpinguare le casse della ditta dovevano versare la metà dello stipendio. Una sorta di ‘pizzo’ sul lavoro che in alcuni casi superava anche il 66% del salario corrisposto e dichiarato in busta paga. Entrambi sono stati arrestati dai carabinieri di Amantea e posti agli arresti domiciliari, nell’abitazione che condividono a Campora San Giovanni, in attesa di giudizio.
De Lorenzo circa due settimane fa nel corso dell’ultimo consiglio comunale di Serra d’Aiello si era scagliato contro il sindaco Giovanna Caruso per una questione di ‘legalità’. Il consigliere arrestato infatti chiedeva le dimissioni del primo cittadino e di tutti gli assessori in quanto indagati per la falsificazione dei documenti legati ad alcune delibere consiliari. Nell’indagine pare vi siano oltre al sindaco tre componenti dell’amministrazione comunale che avrebbero contribuito, secondo gli inquirenti, a contraffare atti pubblici: Fabio Innocenti, Guerino Mendicino e Antonietta Valvolizza. In un’altra inchiesta Giovanna Caruso è stata assolta nonostante la richiesta di condanna a quattro anni di reclusione per concussione in merito alle forniture di calcestruzzo al Comune di Serra d’Aiello. Insieme a lei nelle indagini apparivano l’imprenditore Francesco Coccimiglio (l’amministratore della ditta di cui è titolare il cognato di Caruso) e l’architetto Debora Gallina, entrambi le posizioni sono state archiviate perché il fatto non sussiste.




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