Area Urbana
‘Sangue infetto’, ascoltato testimone della difesa: “Al Centro Trasfusionale di Cosenza tutto era a norma”
Il processo ‘Sangue infetto’ vede imputati i vertici dell’Ospedale di Cosenza e di San Giovanni in Fiore. Le indagini sono scaturite dalla morte di Cesare Ruffolo, dopo una trasfusione all’Annunziata.
COSENZA – Nuova udienza, questa mattina nel Tribunale di Cosenza, per il processo ‘Sangue infetto’ che vede imputati i vertici dell’Ospedale di Cosenza e di San Giovanni in Fiore. Le indagini, scaturite dalla morte di un pensionato rendese di 68 anni, Cesare Ruffolo; hanno fatto luce su una serie di trasfusioni che sarebbero state effettuate con sangue infetto proveniente dal centro raccolta di San Giovanni in Fiore. Uno dei giovani, coinvolti in tali trasfusioni, fu Francesco Salvo. Il ragazzo, nel giugno 2013, a seguito di una trasfusione di sangue contaminato, subì uno shock settico. Salvo, lo scorso aprile, difeso dal legale Massimiliano Coppa, ha ritirato la sua querela, revocando la costituzione di parte civile. “La sua decisione – spiegò l’avv. Coppa – è dovuta al fatto che l’Azienda ospedaliera ha proposto un risarcimento, riconoscendo le sue responsabilità.”
Gli imputati che hanno scelto il rito abbreviato sono stati già giudicati; tra quelli che hanno optato per l’ordinario ci sono l’ex direttore dell’Unità di immunoematologia dell’Annunziata, Marcello Bossio; il dirigente medico in servizio all’ospedale di San Giovanni in Fiore, Luigi Rizzuto, e Osvaldo Perfetti direttore medico del presidio unico dell’Annunziata. Oggi durante il processo, presieduto dal giudice Enrico Di Dedda, al banco dei testimoni è salito un testimone della difesa del dottore Bossio, seguito dall’avvocato Nicola Carratelli; Anna Iazzolino del Comitato direttivo dell’Avis. La teste ha dichiarato che inizialmente il sangue giungeva anche da fuori provincia, poi solo dalla provincia di Cosenza. Tutte le attività erano seguite con attenzione e precisione dal dottor Bossio. “Al Centro trasfusionale di Cosenza, tutto era a norma e funzionava bene. C’era sempre un’attività di controllo e di coordinamento”. Nessuna anomalia, dunque, o qualcosa che non andava. Il processo è stato aggiornato al prossimo 19 ottobre, quando verranno ascoltati tutti i testimoni della difesa.



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