Segnala una notizia

Hai assistito a un fatto rilevante?
Inviaci il tuo contributo.

Richiedi info
Contattaci

Gian Antonio Stella sul Corriere prende di mira Giacomo Mancini junior

Area Urbana

Gian Antonio Stella sul Corriere prende di mira Giacomo Mancini junior

Pubblicato

il

stella mancini

Nella sua rubrica “Tuttifrutti” sul Corriere della Sera, il noto giornalista Gian Antonio Stella è tornato ad occuparsi dei fatti di Calabria.

 

COSENZA – Questa volta Gian Antonio Stella ha puntato la sua attenzione su Giacomo Mancini junior, titolando il suo pezzo “Il rampollo volubile cambia sempre bandiera”. Il riferimento è ovviamente rivolto all’ultimo cambio di casacca del nipote dell’illustre sindaco di Cosenza, passato in pochissimi anni dal centrosinistra a Forza Italia per far attracco oggi – scrive Stella – verso nuovi lidi più vicini al Pd. “In questi giorni – riporta il giornalista veneto sull’edizione cartacea di mercoledì del Corriere della Sera – segnati dall’ennesimo attacco (‘ha perso la testa’) al sindaco di Cosenza Mario Occhiuto, buttato giù da una parte della stessa destra che l’aveva eletto, viene dato dalle parti di Denis Verdini sotto la cui Ala, dicono, sogna di correre alla conquista del Comune con l’appoggio del Pd. Il tutto dopo aver circumnavigato un po’ tutti i porti e i porticcioli partitici. Il vecchio Giacomo, com’è noto, era un socialista. Anzi – continua Stella – fu addirittura segretario del Psi nonché, più tardi, padre della svolta al Midas (lo chiamavano ‘Craxi Driver‘) che portò al potere Bettino. Lo stesso Junior così esordì a Montecitorio: socialista. Prima grazie all’alleanza con la sinistra postcomunista poi con la Rosa nel Pugno. Con cui alle «comunali» del maggio 2006 sfidò da sinistra i Ds, la Margherita e i dipietristi contando sui voti dei rifondaroli comunisti. Piantati in asso insieme con tutta la sinistra nel 2009 quando, senza prebende per la caduta di Prodi e della legislatura in cui era deputato radical-socialista, si candidò alle Europee con Forza Italia. Per essere poi «recuperato» l’anno dopo la bocciatura dal post-missino Giuseppe Scopelliti come assessore regionale della giunta calabrese di destra. Una conversione – scrive sempre il giornalista del Corriere – impreziosita dall’omaggio alla tomba di Ciccio Franco, leader della rivolta calabrese del 1970 durante la quale era stato anche impiccato un manichino che rappresentava il vecchio Giacomo… Finita anche quell’esperienza, Giacomino si era via via allontanato dalla destra fino ad uscire da Forza Italia per puntare la prua, visto il vento, verso il porto renziano. Indimenticabile il giudizio di «Junior» su fedelissimi che non l’avevano seguito nell’addio al partito berlusconiano («voltagabbana») e più ancora un tweet dove in dialetto invitava i cosentini a liberarsi della feccia («ara cupa a famazza») politica e una pagina Facebook in cui incitava a voltare pagina: «A casa i faccendieri, i saltimbanchi, i collezionisti di incarichi e prebende…» Un gigante”.

Pubblicità
Pubblicità .

Categorie

Social

quicosenza

GRATIS
VISUALIZZA