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Cani randagi entrano in ospedale «caso strumentalizzato, cercavano chi li accudisce»

Calabria

Cani randagi entrano in ospedale «caso strumentalizzato, cercavano chi li accudisce»

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randagi nell ospedale di lamezia terme

LAMEZIA TERME – “I cani erano in ospedale per amore verso chi li accudisce, cosa che ben poco fanno gli esseri umani. Ma gli animali non votano e la spettacolarizzazione dà visibilità. Pertanto, che importa se si mette alla berlina un ospedale ed una città, senza portare invece un serio apporto alla discussione socio-politica?”. Sono le parole di Nadia Donato, presidente dell’associazione Senza Nodi che sottolinea “quando si vuole attirare l’attenzione sui reali problemi del territorio è di quelli che si deve parlare, non bisogna “menar il can per l’aia”, per ottenere attenzione su se stessi. In questo caso, è proprio di cani che si è parlato”.

I due cani cercavano chi li accudisce

“I due cani che qualche sera fa sono entrati nell’ospedale di Lamezia Terme lo hanno fatto perché volevano trovare la persona che li accudisce e che era ricoverata nella struttura. Ci giunge notizia che i due cani sono molto legati a chi li accarezza, li sfama e li ripara con affetto, lo seguono ovunque vada e così è capitato che si sono intrufolati nell’ospedale per cercarlo. Bastava poco per approfondire, come correttezza vuole, per capire cosa realmente era successo e poi dare la notizia con i giusti colori”.

“Allora, sarebbe giusto pensare a quanto clamore ha suscitato la presenza dei due cani all’interno dell’ospedale, quanta brutta figura ha fatto la struttura che, con tutti i suoi difetti e ne ha tanti, tenta di dare risposte ad un grande numero di cittadini. Si voleva mettere in risalto i problemi del Giovanni Paolo II? Allora parliamo di quelli e non dei cani che ormai da anni stazionano nel verde antistante l’ospedale”.

“Vogliamo parlare dei cani? Facciamolo chiedendo che vengano accuditi, adottati, pensati come cani di quartiere, curati e accarezzati perché possano portare serenità a tutti, compresi i malati. Raccontiamo la loro storia – prosegue la presidente Donato – e così portiamo le persone verso la tenerezza, verso la bellezza e non verso l’odio e la paura. Il randagismo è un problema serio, ma va affrontato indirizzando le proteste verso chi ha responsabilità vere e non sparando a zero su ciò che è l’obiettivo di battaglie pseudo-politiche perché “avversario” e salvaguardando invece chi è “intoccabile” perché sta nello stesso “apparentamento”. La salute dei cittadini è un problema ancor più serio ma va trattato con la conoscenza approfondita dei problemi e pensando ai malati e alle loro famiglie e non ai voti. Le responsabilità in questo caso non hanno colore partitico e la battaglia politico-sociale va portata avanti pensando al bene dei cittadini, degli animali e dell’ambiente. Ancora una volta si è persa l’occasione di indignarsi seriamente per i diritti negati e si è messo in prima linea la spettacolarizzazione”.

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