Italia
Le barriere culturali
Giornata internazionale delle persone con disabilità: barriere ovunque e diritti ancora lontani
Oggi si celebra la Giornata Internazionale dei Diritti delle Persone con Disabilità, ma la situazione nel nostro Paese appare tutt’altro che positiva
ROMA – In occasione della Giornata internazionale delle persone con disabilità del 3 dicembre, il Coordinamento Nazionale Docenti della disciplina dei Diritti Umani esprime forte preoccupazione per lo stato della ‘Scuola accessibile’ in Italia. I dati dell’Osservatorio civico sulla sicurezza a scuola mostrano infatti un quadro critico: mentre l’attenzione internazionale è rivolta ai diritti delle persone con disabilità, gli istituti italiani faticano ancora a garantire ambienti sicuri e realmente fruibili.
Giornata delle persone con disabilità, partiamo dalla scuola
Nel giro di un anno gli alunni con disabilità sono cresciuti da 321.185 a 331.124, ma questo incremento non è accompagnato da adeguati interventi strutturali. “Solo il 41% delle scuole italiane può essere considerato realmente accessibile”, denuncia il Coordinamento, rilevando barriere architettoniche diffuse, ascensori non idonei, servizi igienici non conformi e assenza di percorsi tattili o segnaletica visiva. Un insieme di ostacoli che, afferma il CNDDU, “nega l’effettivo esercizio del diritto allo studio”.
Il Coordinamento accoglie con attenzione lo stanziamento ministeriale di 18,6 milioni di euro per l’eliminazione delle barriere architettoniche, definendolo “un passo importante”, ma evidenzia come tali risorse “non siano sufficienti a colmare un divario che si trascina da anni”. Per questo propone la trasformazione degli interventi in “un piano nazionale di edilizia scolastica realmente inclusiva”, fondato sul design universale e sostenuto dal PNRR.
Accanto alla progettazione degli spazi, il CNDDU chiede l’istituzione di un monitoraggio nazionale costante che renda trasparente lo stato di accessibilità degli edifici e permetta interventi tempestivi. L’inclusione non può essere lasciata alla buona volontà dei singoli istituti. Il presidente prof. Romano Pesavento ribadisce: “In un Paese che conta ogni anno un numero crescente di studenti con disabilità, non intervenire significherebbe accettare consapevolmente che migliaia di giovani vivano la scuola come luogo che esclude invece di accogliere”. E conclude rinnovando l’impegno affinché la Scuola accessibile diventi realtà: “Ogni studente deve sentirsi riconosciuto, sostenuto e libero di partecipare pienamente alla vita educativa. Una scuola accessibile è una scuola che rispetta i diritti umani e costruisce il futuro”.
Disabilità in Italia, i dati che preoccupano
In occasione di questa ricorrenza, la Giornata Internazionale dei Diritti delle Persone con Disabilità, uno sguardo alla situazione nel nostro Paese che appare tutt’altro che positiva. Le statistiche mostrano difficoltà economiche strutturali e ostacoli sistemici che limitano la reale parità di opportunità. Secondo Eurostat, il 30,2% delle persone con disabilità in Italia è a rischio povertà o esclusione sociale, contro il 21,3% della popolazione generale.
Sono 2,3 milioni le famiglie con almeno una persona con limitazioni gravi: il 28,7% vive già in deprivazione materiale, a fronte del 18% della media nazionale. Vite segnate difficoltà economiche, marginalità e ostacoli sistemici.
La fragilità economica è legata anche al divario occupazionale: solo il 31,3% delle persone con disabilità risulta occupato, contro il 57,8% nazionale. Tra le donne la distanza è ancora maggiore: solo il 26,7% lavora, rispetto al 36,3% degli uomini. Le famiglie con persone con disabilità registrano inoltre una bassa intensità lavorativa del 38,4%, contro il 9,1% della media, con pesanti ripercussioni sul reddito.
Il ruolo negato del caregiver familiare
La figura del caregiver, spesso una donna, vive forti svantaggi. Il 64% delle madri di figli con disabilità ha dovuto ridurre l’orario di lavoro, il 34% dei genitori ritiene che la genitorialità abbia ostacolato la carriera. Le recenti osservazioni dell’ONU evidenziano che l’Italia non dispone ancora di un quadro giuridico adeguato per tutelare i caregiver.
Pregiudizi e inciviltà: quando la disabilità incontra ostacoli creati dall’uomo
La disabilità non è solo una condizione personale: spesso diventa una vera e propria barriera sociale a causa dei pregiudizi e dell’inciviltà quotidiana. Tra i casi più frequenti, i parcheggi riservati occupati abusivamente, considerati da molti “spazi comodi” invece che diritti essenziali per chi ha difficoltà motorie. L’uso improprio dei posti auto destinati alle persone con disabilità non è soltanto una mancanza di rispetto: significa costringere qualcuno a rinunciare a un servizio necessario, aggravando una situazione già complessa.
Ma i parcheggi non sono l’unico problema. In molte città persistono marciapiedi impraticabili, rampe mancanti, ascensori guasti, servizi pubblici non accessibili e una mentalità che ancora fatica a comprendere che l’autonomia è un diritto, non un privilegio.
A ciò si aggiunge il peso dello stigma: persone giudicate, guardate con sospetto, o addirittura accusate di “esagerare” le proprie difficoltà. L’inciviltà, unita ai pregiudizi, crea una disabilità nella disabilità. Per questo serve una responsabilità collettiva: educazione, controlli più severi e un cambiamento culturale che riconosca la piena dignità e libertà di chi ogni giorno affronta ostacoli che non dovrebbero esistere.



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