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Robin Hood, i fondi europei dirottati sui conti correnti di una società di intermediazione

Calabria

Robin Hood, i fondi europei dirottati sui conti correnti di una società di intermediazione

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A pagare il prezzo della presunta truffa sono state le famiglie calabresi bisognose e i risparmiatori che investirono in Cooperfin

 

CATANZARO – Processo Robin Hood al via. E’ ufficialmente iniziato ieri a Catanzaro il processo (con rito ordinario) che vede imputati l’ex assessore regionale al Lavoro (e attuale consigliere regionale) Nazzareno Salerno, l’ex dirigente regionale Vincenzo Caserta, l’ex presidente di Calabria Etica Pasqualino Ruberto, Maria Francesca Cosco, Antonio Cusimano, Bruno Dellamotta, Gianfranco Ferrante, Martino Valerio Grillo, Claudio Isola, Ortensio Marano, Patrizia Nicolazzo, Michele Parise, Saverio Antonio Spasari, Vincenzo Spasari, Damiano Zinnato e la società Cooperfin spa. L’operazione scattata nel febbraio 2017 ha rivelato una serie di presunti illeciti volti alla distrazione dei fondi europei destinati al Credito sociale dirottati, invece, sui conti correnti della Cooperfin Spa di Ortensio Marano, società esterna alla Regione. Denaro che sarebbe dovuto servire a sostegno di famiglie indigenti che però pare sia scivolato nelle tasche di soggetti cui la magistratura dovrà stabilire ruoli e responsabilità.

 

Una beffa per famiglie in gravi difficoltà economiche e per coloro che hanno investito i propri risparmi nella società Cooperfine e che oggi temono di perdere tutto il proprio denaro. La gestione del Credito sociale sarebbe stata così, con pressioni politiche e minacce, sottratta a Fincalabra, ente in house della Regione, e destinata all’ente Calabria Etica, presieduta all’epoca da Pasqualino Ruberto, incapace, diversamente da Fincalabra, della gestione economico-fìnanziaria richiesta dal progetto. Poi da Calabria Etica la gestione dei fondi è stata ‘conquistata’ dalla Cooperfin intermediatore finanziario con due filiali a Belmonte Calabro cui amministratore delegato risultava essere Ortensio Marano. Un ‘appalto’ sulla gestione di denaro destinato al sostegno di famiglie in difficoltà che ha rappresentato un ingiusto vantaggio alla società finanziaria ai danni della Regione Calabria in termini di conseguimento dei targets dinnanzi all’Unione Europea e ritardo nello svolgimento del progetto con il mancato controllo del capitale del Fondo Credito Sociale.

 

Secondo le ipotesi accusatorie, Salerno avrebbe pattuito, accettato e ricevuto una somma di denaro pari ad almeno 230.739,46 euro da Ortensio Marano (tramite la società Cooperfin spa di cui Marano è socio ed amministratore delegato) al fine di far ottenere alla società Cooperfin spa il contratto d’appalto. Ieri durante la prima udienza si sono costituite parte civile, sia la Regione Calabria che 50 soci della Cooperfin assistiti da un noto penalista torinese Alessandro Parrotta. Nel corso della fase preliminare si era costituito parte civile Bruno Calvetta, assistito dall’avvocato Giusy Caliò. Secondo l’accusa Calvetta avrebbe subìto pesanti minacce da parte di Salerno, Ferrante e Vincenzo Spasari al fine di affidare la responsabilità del progetto “Credito sociale” a Vincenzo Caserta, dirigente ritenuto vicino a Salerno. Il processo è stato aggiornato al prossimo 14 giugno.

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