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A Marzi due giorni dedicati ai suoni africani: la storia di Seydoy Kienou e l’amore per il djembe

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A Marzi due giorni dedicati ai suoni africani: la storia di Seydoy Kienou e l’amore per il djembe

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Seydoy Kienou

MARZI (CS) – In occasione dei festeggiamenti di Maria SS del Rosario, a Marzi, piccolo centro alle porte di Cosenza si terranno due giornate dedicate alla musica ed in particolare al tamburo. La manifestazione “I giganti processionali – Le pullicinelle” prevedono infatti per domani, venerdì 29 settembre, alla villa comunale di Marzi nel pomeriggio, alle 17.30 un laboratorio di percussioni, canto e danza per bambini. Sabato 30 settembre invece, grandi e piccini potranno partecipare dalle ore 15.30 al laboratorio di canto e danza africana. In serata alle 22, su via Nazionale, lo spettacolo musicale con “Grande Madre Africa” in concerto. Un gruppo composto da percussionisti e voci, capitanato da Seydoy Kienou, un ragazzo che ha una storia difficile alle spalle, ma che insegna quanto l’amore e la generosità siano capaci di innescare processi di condivisione per arrivare a realizzare i propri sogni.

La storia di Seydoy Kienou

Nato in Burkina Faso in una famiglia di griot musicisti, non è riuscito a finire le scuole elementari: “da bambino ero sordo a causa di una grave infezione alle orecchie. Fortunatamente sono riuscito lo stesso ad imparare a suonare. A 14 anni ho vinto un concorso musicale nel mio Paese – spiega – facendomi notare da un medico tedesco che ha deciso di aiutarmi, portandomi in Germania, per essere curato”.

“Il occasione di un mio concerto si è avvicinata una bambina che, all’apparenza sembrava povera, e mi dice di non aver mangiato per assistere al mio spettacolo. Mi fece così tenerezza che le comprai da mangiare. Poi ha iniziato piangere perché voleva il mio tamburo. Si trattava del mio tamburo personale che mi ero già rifiutato di vendere al medico che mi aveva portato in Germania ma decisi lo stesso di regalarlo alla bambina”.

“Il padre della bimba – racconta ancora – mi ha chiesto il perché del mio gesto e io gli rispondo che volevo solo rendere felice sua figlia. Lui è rimasto colpito dalla mia generosità e ha deciso di prendersi cura di me pagando le operazioni ai timpani”.

Ora ho riacquistato quasi interamente l’udito e ho iniziato la mia carriera di musicista. Il tamburo è la mia vita: mi ha insegnato l’educazione, la tolleranza, il rispetto, la condivisione, la pazienza, a saper vivere la positività, a imparare a donare e ad amare me stesso. Perchè se non ti ami tu per primo, non potrai mai amare gli altri”.

L’amore per il Djembe 

“il Djembe mi ha salvato la vita, mi ha regalato l’amore, la gioia e la felicità. Il tamburo è uno strumento che porta pace, unisce i popoli e va oltre ogni frontiera; la sua melodia richiama tutte le persone in un mondo di condivisione e le vibrazioni che emana uniscono e non dividono”.

Seydoy Kienou oggi costruisce tamburi e tiene corsi di percussioni e danza africana: “sono un percussionista e costruttore di tamburi africani e nel mio laboratorio si costruisce questo strumento attraverso le tecniche proprie africane. Il legno si trasforma in tamburo al quale viene poi applicato il ferro, la pelle di capra e la corda. Uno strumento ancestrale e fortemente simbolico”.

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MARZI Seydoy Kienou

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